Ologrammi gotici - Installazione di Sàndor Vály
Nell'ambito della mostra dedicata a Moholy-Nagy e all'avanguardia ungherese fra le due guerre, in una prospettiva di ricostruzione ambientale contemporanea delle teorie sulla luce dello stesso fondatore del Bauhaus nell'area del chiostro/giardino, un'installazione di Sàndor Vály.
Vály, artista figurativo e visivo ungherese che vive in Finlandia, pratica un’arte caratterizzata da una dimensione concettuale e filosofica che non si limita solo alla pittura, ma si estende anche alla scultura, alla musica, al cinema e alla letteratura, portando alla creazione di opere d'arte basate su un pensiero globale.
L’installazione riflette sulla prospettiva della rappresentazione gotica nello spazio tramite il sistema relazionale di spazio e tempo delle luci. La prospettiva gotica ha portato una novità riguardo ai concetti tradizionali del tempo e dello spazio: gli eventi che si verificano in diversi piani temporali qui vengono rappresentati in una sequenza spaziale parallela all’interno di una singola immagine. Dopo l'atemporalità bidimensionale dell'arte bizantina, il gotico infatti, pur raffigurando storie nella loro sequenza spaziale, presenta al contempo un piano temporale lineare. L'eternità cede il posto alla narrazione, alla sequenza spazio-temporale degli eventi. Le relazioni spaziali dell'installazione, nonostante la loro simultaneità spaziale, rappresentano la struttura temporale della memoria. I frammenti spaziali (statue), racchiusi in contenitori polverosi o vetrine, nonostante sembrino contemporanei, grazie alla particolare illuminazione rivelano forme a volte disegnate con maggior cura, altre volte sfumate, dando vita a immagini che evocano corpi antropomorfi non meglio definiti. “L’ologramma gotico”, dunque, altro non è che la trasformazione della percezione visiva di un oggetto determinata da diverse illuminazioni. Nel caso dell’installazione, tuttavia, la luce è più di una semplice visione. Si stabilisce un continuo cambiamento di aspetto tra spazio e tempo: il primo è un contenitore che, una volta rimosso, crea una sorta di spazio interno e forma un'unità con le opere d'arte. L'aspetto del tempo è invece duplice: da una parte i contenitori polverosi rimandano al passato, dall’altra il tempo della natura che appare nelle installazioni video è il contrappunto del tempo circoscritto dell'uomo.
SÁNDOR VÁLY studia arte in Ungheria dal 1982 al 1988 e dal ‘90 vive in Finlandia, dove è membro dell’Unione Finlandese dei Pittori nonché dell’Accademia di Tarihstan ed è considerato una figura rilevante della scena internazionale dell’arte intermediale. Espone sin dal 1985 (mostre personali e collettive) in Austria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Russia, Svezia, Turchia, Ungheria. Tra i suoi premi si ricordano: Il Premio della Critica Finlandese 2000, il Premio Fondazione E.K. Ponkala - Associazione dei critici finlandesi 2015. Le sue opere attualmente sono conservate presso le collezioni pubbliche di HAM Helsinki Art Museum, Kemi Art Museum (Kemi, Finland), Pori Art Museum (Pori, Finland), Lönnström Art Museum (Rauma, Finland), RikArt (Helsinki, Finland), Lars Swanljung collection, Helsingin Kaupunginkirjasto. Vály è anche autore di numerose pubblicazioni (libri, studi, cataloghi).
La mostra fa parte del programma di ContemporaneamenteRoma19, promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Crescita culturale in collaborazione con SIAE.
Informaciones
Dal 28 novembre 2019 al 15 marzo 2020
dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 18.30
Il 24 e il 31 dicembre ore 10.00-14.00
Chiuso lunedì, 25 dicembre, 1°gennaio
N.B. per eventuali aperture e/o chiusure straordinarie consultare la pagina dedicata agli Avvisi
Non residenti € 7,50 intero – 6,50 ridotto
Residenti € 6,50 intero – € 5,50 ridotto
Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente e per i possessori della MIC card
Telefono 060608 (tutti i giorni 9.00-19.00)
Promotori
Assessorato alla Crescita culturale di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Accademia d’Ungheria in Roma
In collaborazione con
Museo Déri di Debrecen, Museo Ungherese della Fotografia di Kecskemét e Istituto Luce-Cinecittà
Organizzazione
Zètema Progetto Cultura
Con il contributo tecnico di
Ferrovie dello Stato Italiane
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