LUOGHI, FIGURE, NATURE MORTE. Opere della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale

Nino Costa con il suo manifesto del simbolismo a Roma in Alla fonte, Felice Carena con Serenità per il classicismo degli anni Venti. Ancora verso gli anni Trenta con opere come Giocatore di Ping-Pong di Giuseppe Capogrossi, Giovani in riva al mare di Franco Gentilini, Combattimento di gladiatori di Giorgio de Chirico insieme ad un prezioso nucleo di dipinti della Scuola Romana.

Al secondo piano l’adesione al Novecento di Francalancia e Trombadori verso le interpretazioni visionarie del Sic Transit di Hirémy Hirschl e de Il Cardinal Decano di Scipione, uno dei pezzi più noti della collezione.

Nella sezione sulla Natura morta, genere caro al Novecento, le dissoluzioni formali di Giorgio Morandi e il tonalismo romano di Cavalli e Capogrossi accanto alle composizioni poetiche di Casorati dove fissità ed estraniamento suggeriscono nuove letture. Il dialogo tra
tradizione e modernità, nella scultura tra Otto e Novecento, è ben rappresentato infine dal Busto di Signora di Auguste Rodin e dal realismo di Vincenzo Gemito fino ai capolavori degli anni Trenta con Il Pastore di Arturo Martini e la Bagnante di Marino Marini per immagini fortemente innovative ed estranee ad ogni retorica di regime.