L'Opera del mese - luglio 2024
Mario Mafai
(Roma 1902 - 1965)
Demolizione di via Giulia, 1936
Olio su tela, cm. 62 × 69
inventario AM 1127
Demolizione di via Giulia del 1936 raffigura uno scorcio del Lungotevere nei pressi di via Giulia, con alcuni palazzi sventrati inquadrati frontalmente e la vista impietosa degli interni, dagli intonaci colorati, tagliati a metà. Si tratta della registrazione degli effetti delle trasformazioni urbanistiche, spesso violente, subite dalla città di Roma sotto il regime mussoliniano: i miseri resti degli edifici abbattuti costituiscono un muto, malinconico segnale di protesta e si offrono allo spettatore come tetri simboli della fragilità delle cose. In altre parole la veduta urbana è ricca di sottintesi metaforici: come ha notato De Grada, «le demolizioni di Mafai sono nel paesaggio quello che i fiori secchi - soggetto diffuso nella produzione dell'artista in quegli anni - rappresentano nella natura morta, cioè la raffinata elegia su ciò che deperisce e muore, ciò che esce dalla porta della vita e che tra poco non sarà più identificato che come materia marcescente».
Il soggetto è dipinto sul retro di una tela precedentemente utilizzata, che è stata tagliata e adattata alle nuove dimensioni, espediente piuttosto ricorrente nell'opera di Mafai; la raffigurazione preesistente è stata identificata con l'opera Composizione presentata da Mafai nel novembre del 1930 presso la Galleria di Roma, dove l'artista esponeva insieme a Scipione, a conferma di un sodalizio consolidato, nel segno della poetica espressionista.
Demolizione di via Giulia è stata presentata nel 1937 alla VII Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti del Lazio - insieme ad altre due opere, Fiori e Lungotevere - e in quell'occasione è stata acquistata per le collezioni capitoline.
È esposta nella prossima mostra L'estetica della deformazione. Protagonisti dell'espressionismo Italiano, visitabile a partire dal 6 luglio alla Galleria d'Arte Moderna.
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