L'Opera del mese - dicembre 2023
Renato Guttuso
(Bagheria 1912 – Roma 1987)
Autoritratto, 1937
Olio su compensato, cm 50 x 42,5
Inv. AM 1274
In Autoritratto Renato Guttuso si raffigura a mezzo busto con il volto girato verso sinistra e gli occhi rivolti verso l’osservatore. Già dai primi anni di attività l’artista si dedica all’indagine fisiognomica e il ritratto diventa un tema costante della sua ricerca pittorica. Dopo una prima fase influenzata da una certa rigidità di retaggio novecentista, il biennio 1935-1936 segna l'orientamento verso un nuovo realismo, maturato a contatto con il clima milanese. Dal punto di vista formale, in questo periodo l'artista abbandona le masse solide e squadrate a favore di una pennellata inquieta e sinuosa, frutto della meditazione su El Greco e Van Gogh. Questi spunti sono visibili anche nell'opera in questione, datata 1937, anno in cui Guttuso proclama in modo ufficiale l'avvio della nuova fase della propria ricerca orientata alla poetica della naturalezza e del reale.
In Autoritratto l’artista mira a cogliere gli aspetti emotivi e piscologici di un'interiorità intensa e inquieta, indizi della crescente attenzione per i moti dell'animo e le problematiche dell'individuo. Guttuso incarna l'emblematica condizione esistenziale dell'artista: quella di una malinconia significativa e necessaria che appare saltuariamente negli autoritratti di questi anni ma che diventerà motivo frequente alla metà degli anni Cinquanta. Il dipinto va inserito nell'ambito della vasta produzione di ritratti che Guttuso realizzò nell'arco della propria attività e che rappresentano il tentativo di esprimere l'inquietudine spirituale del proprio tempo.
Autoritratto venne esposto nel 1939 alla III Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma, occasione in cui fu acquistato dal Governatorato di Roma per le collezioni capitoline.
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