L'Opera del mese - gennaio 2024
Mimì (Emma) Quilici Buzzacchi
(Medola, MN, 1903 - Roma, 1990)
Il bianco inverno del 1963, 1963
Olio su tela, cm 83 x 101
Inv. AM 425
L'inverno del 1963 è ricordato come uno dei più gelidi del XX secolo, con un fine gennaio glaciale in molte città della penisola italiana: difficile identificare il paesaggio innevato ritratto da Mimì Quilici Buzzacchi ne Il bianco inverno del 1963, considerando che l'artista, dopo il trasferimento nel 1945 a Roma, nuovo "spazio affettivo" dopo la tragedia della guerra e la scomparsa del marito, alterna le vedute della Città Eterna (e in particolare del Lungotevere e di Monte Mario) con la raffigurazione delle valli lombarde, del ferrarese e del delta del Po, luoghi cui è affezionata sin dall'infanzia.
Proveniente dalla collezione privata dell'artista, questo paesaggio invernale con colline e alberi rappresenta in modo significativo la stagione matura di Quilici Buzzacchi che, dopo una fase figurativa di spigliata descrittività, a partire dalla metà degli anni Cinquanta volge sempre più verso forme astratte e sintetiche, di memoria cézanniana e morandiana.
La sensibilità narrativa e poetica dell'artista - fervente autodidatta, se si escludono le lezioni presso il pittore piemontese Edgardo Rossaro - si declina ampiamente nel paesaggio e nella veduta urbana, e inoltre in una vasta e pregevole produzione xilografica, sempre alla ricerca di una lettura "moderna" della regola umanistica.
Nel 1963 l'opera è stata esposta alla IV Rassegna delle Arti Figurative di Roma e del Lazio tenutasi al Palazzo delle Esposizioni, quindi alla Galleria Anthea di Roma; acquistata l'anno successivo, è entrata a far parte delle collezioni capitoline.
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