L'Opera del mese - maggio 2022
Antonio Discovolo
(Bologna 1874 - Bonassola 1956)
Riposo, 1916
olio su tela, cm 89,5x92
inv. AM 1
Nel dipinto Riposo Antonio Discovolo rappresenta una suggestiva scena campestre, in cui tre contadine godono di un momento di quiete dal lavoro, all’ombra degli alberi. Come si desume da un’iscrizione posta sul retro, si tratta di una veduta di Bonassola e verosimilmente dell’uliveto che circondava la casa del pittore nella cittadina ligure dove risiedeva dal 1910: «una casa [...] in faccia al mare, perché potesse essere come un cuore aperto per mia madre, per la mia compagna, per i miei figliuoli, per i veri amici; che fosse un luogo solitario creato per la religione del mio lavoro e la serenità del mio spirito. La fortuna mi ha dato una casa fra gli ulivi. L’ulivo è simbolo di pace. Sono felice».
L’impiego della tecnica divisionista, che Discovolo - reduce da una formazione accademica a Firenze e dall’alunnato presso Giovanni Fattori - sperimenta durante il soggiorno romano (1899-1905) anche grazie all’amico e collega Enrico Lionne, consente suggestivi effetti atmosferici e luministici, dovuti alla sapiente alternanza di colori puri e ai vivaci contrasti cromatici, tradotti in una pennellata ora puntiforme ora filamentosa. In questo dipinto, in particolare, si può apprezzare l’uso deliberato delle tinte complementari, con l’accostamento dei gialli ai lilla-viola e un conseguente effetto di brillante luminosità. Lo stesso tema del lavoro appare subordinato alla trascrizione della bellezza della natura.
Protagonista della stagione della Secessione Romana, alle cui esposizioni partecipa attivamente per tutti gli anni Dieci, nel corso della sua carriera artistica Discovolo sperimenta diversi stili, abbandonando il divisionismo e approdando negli anni Venti a una pennellata più solida e densa, senza però abbandonare mai uno sguardo aderente alla realtà e la predilezione per il paesaggio, sempre contrassegnato da un certo sentimentalismo.
Il dipinto fu esposto alla IV mostra internazionale della Secessione Romana del 1916-1917 insieme ad un’altra opera, Portatori di fieno. In quell’occasione Riposo venne ritenuto di particolare pregio dalla Commissione per gli Acquisti Comunali di Opere d’Arte alle Esposizioni Romane e quindi, con delibera comunale, incluso nelle collezioni municipali.
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