L'Opera del mese - settembre 2022
Antonio Barrera
(Roma, 1889 - Forlì,1970)
Il porto, circa 1918
oil on canvas, 104.5x89 cm
inv. AM 28
Il dipinto, riconducibile al secondo decennio del Novecento (la data apposta in basso a destra non lascia però decifrare con esattezza l’ultima cifra), mostra una veduta di un porto dall’alto: una terrazza ospita una costruzione a cupola e un’altana provvista di pali; a destra un uomo anziano, identificabile dai capelli canuti e dal basco, passeggia con aria calma e serena. Oltre la terrazza si scorge una barca a vela con due figure a poppa e, più in fondo, due navi ormeggiate e la banchina. Il profilo delle colline sotto il cielo disegna l’orizzonte dietro una cortina abitativa molto raccolta e densa, costituita da vari edifici e una torre o forse il campanile di una chiesa. Potrebbe trattarsi del porto di Civitavecchia: infatti nel 1920, in occasione della LXXXIX Mostra della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma, Antonio Barrera espone un’opera intitolata appunto Porto di Civitavecchia, che potrebbe identificarsi con questo stesso dipinto, acquistato poi nel 1926 dal Governatorato di Roma in occasione della Mostra Nazionale del Paesaggio.
Una luce calda e diffusa caratterizza l’intera composizione conferendole un tono irreale e un’atmosfera sospesa, sottolineata dallo specchio d’acqua immobile. Il dipinto, selezionato per la Prima Mostra del Novecento italiano (Milano 1926), bene interpreta l’indirizzo culturale del movimento promosso da Margherita Sarfatti, specialmente per quella rielaborazione della tradizione pittorica italiana e la predilezione per forme concrete e semplici.
I soggetti marinari sono molto presenti nella prima produzione di Antonio Barrera, artista romano che persegue relativamente tardi la propria vocazione artistica a causa di difficoltà familiari. Dopo aver frequentato lo studio di Pietro Gaudenzi e spronato dagli incoraggiamenti del celebre pittore Enrique Serra, amico di famiglia, Barrera si dedica completamente all'attività artistica, aprendo uno studio in via Margutta e partecipando, dagli anni Venti, alle maggiori rassegne dell'epoca, incluse le mostre nazionali di Arte Marinara del 1926 e 1927.
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